Benessere finanziario e questione di genere: perché sono collegati e perché la violenza economica resta un tema attuale
La disparità economica tra uomini e donne non è solo un tema di reddito ma un problema strutturale che incide sulla libertà, sulle scelte e sulla qualità della vita.
Perché il benessere finanziario è una questione di genere
Quando si parla di benessere finanziario si pensa spesso alla capacità di gestire risorse, affrontare imprevisti, pianificare il futuro e vivere senza ansia economica. È una definizione valida ma incompleta se non si considera un elemento essenziale: non tutte le persone partono dalle stesse condizioni.
Per molte donne il benessere finanziario è un obiettivo più difficile da raggiungere. Non per ragioni personali ma per fattori strutturali che si accumulano nel tempo.
Il tema riguarda retribuzioni più basse, carriere più discontinue, maggior carico di lavoro domestico e una minore autonomia economica nei momenti critici della vita.
Per questo la questione del benessere finanziario diventa immediatamente una questione di genere.
Il gap retributivo e le sue conseguenze
Il divario salariale non è un concetto teorico. In Italia il gender pay gap resta significativo e si amplia con l’avanzare dell’età lavorativa.
A parità di ruolo molte donne percepiscono un reddito inferiore rispetto ai colleghi uomini e il fenomeno si manifesta in modo ancora più marcato nei ruoli di responsabilità.
Le conseguenze si estendono nel tempo:
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Minore capacità di risparmio
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Maggiore vulnerabilità agli imprevisti
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Pensioni più basse
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Minore possibilità di costruire patrimoni personali
Il reddito non determina solo la qualità della vita presente ma orienta la libertà di scelta nel futuro. Un gap retributivo costante per tutta la carriera diventa quindi un gap di autonomia.
Perché la violenza economica è parte del problema
Tra le forme di disparità emerge un elemento tanto delicato quanto diffuso: la violenza economica.
È una forma di controllo che limita l’accesso della persona alle risorse economiche, impedisce di gestire il proprio denaro o costringe a dipendere totalmente dal partner o da un familiare.
La violenza economica può manifestarsi in molti modi:
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Impedire l’accesso al conto corrente o allo stipendio
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Ostacolare la ricerca di lavoro
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Controllare ogni spesa
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Accumulare debiti a nome della vittima
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Negare risorse necessarie a sé o ai figli
È una forma di violenza che colpisce la dignità e l’autonomia e che ha conseguenze profonde sulla possibilità di uscire da situazioni abusive.
Per molte donne la dipendenza economica è il principale ostacolo alla libertà. Se una persona ha minori risorse, minore autonomia e minori alternative economiche, è più facile che resti intrappolata in una relazione abusante.
Il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, ci ricorda che la violenza è anche economica, non solo fisica o psicologica.
Educazione finanziaria e autonomia: un legame diretto
L’educazione finanziaria non risolve il gender gap ma aiuta a costruire consapevolezza e strumenti.
Conoscere concetti come risparmio, pianificazione, previdenza o protezione del reddito significa avere più controllo sul proprio futuro. È una competenza che si traduce in possibilità di scelta.
Nelle traiettorie di vita segnate da carriere discontinue, part-time involontari, periodi di cura familiare, maternità, la capacità di gestire in modo consapevole le risorse economiche diventa un fattore decisivo.
Offrire percorsi di educazione finanziaria significa quindi agire su un piano culturale, aiutando chi rischia di essere più vulnerabile a riconoscere segnali di dipendenza, pianificare il futuro e imparare a muoversi con sicurezza tra strumenti, diritti e opportunità.
Il ruolo delle aziende come attori di cambiamento
Le aziende hanno un ruolo significativo nella costruzione dell’equità economica.
Non si tratta solo di rispettare la parità retributiva ma di creare ambienti che permettono alle persone di sviluppare autonomia e sicurezza.
Il mondo HR osserva da tempo come il benessere finanziario influenzi in modo diretto il modo in cui le persone vivono il lavoro.
Un’azienda che decide di occuparsi di questo aspetto invia un messaggio chiaro: il benessere non è un privilegio ma una dimensione fondamentale dell’esperienza lavorativa.
Le iniziative che molte imprese stanno introducendo affrontano tre aree:
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Trasparenza retributiva
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Programmi di educazione finanziaria
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Supporto nei momenti di fragilità economica
Sono interventi diversi ma legati dallo stesso principio: costruire autonomia, non sostituirla.
Welfare, benefit e nuovi strumenti per la sicurezza economica
Nelle fasi di inflazione e perdita di potere d’acquisto i benefit tradizionali non bastano più. Le persone cercano strumenti che le aiutino a governare la propria vita economica.
Per questo stanno crescendo soluzioni, come FunniFin, che:
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Aiutano nella gestione del denaro nel quotidiano
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Supportano l’accesso a bonus e agevolazioni pubbliche
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Facilitano la conoscenza fiscale e finanziaria attraverso sportelli digitali con AI, workshop e piattaforme educative
È qui che il benessere finanziario si intreccia con la questione di genere. Quando si riduce la complessità e si aumentano gli strumenti di autonomia, si riduce anche la vulnerabilità economica.
FunniFin nasce proprio per facilitare l’accesso all'educazione finanziaria e a strumenti concreti per aumentare il reddito dei dipendenti e aiutare le persone in difficoltà attraverso i bonus pubblici.
Per molte lavoratrici questo tipo di supporto è un alleato prezioso, perché riduce l’incertezza, amplia la conoscenza dei propri diritti e offre un modo semplice per affrontare aspetti spesso complessi della vita economica.
È un approccio che parla di autonomia prima ancora che di finanza.
Un cambiamento che riguarda tutti
Benessere finanziario e questione di genere non sono due temi separati.
Sono due prospettive attraverso cui osservare lo stesso fenomeno: la capacità delle persone di vivere con serenità la propria vita economica.
Rendere questo benessere accessibile significa intervenire su modelli culturali, pratiche lavorative e strumenti quotidiani.
Un ambiente di lavoro che riconosce la complessità economica, che offre strumenti per affrontarla e che considera l’autonomia un valore collettivo diventa un luogo in cui le persone possono crescere con fiducia.
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